“Racconti” di David Taglieri

Fotografie di carta e di attesa, fotografie di un rullino infinito e consumato di quelle sole 24 pellicole di un pomeriggio interminabile e mai terminato.

Tornò in mente ai due indaffarati dietro al computer la bellezza dei pomeriggi negli anni 80; perchè se uscivi non ti potevano raggiungere al telefono, ma su ragazze ed amici era tutto un fantasticare. E sopra un bus mentre con il walkman si  ascoltava la musica, si seguivano i comportamenti dei passeggeri immaginando i loro vissuti. La malinconia si fece un pensiero canzone, non un brano su un aggeggio nuovo ma un concerto di flauto, diamonica e xilofono. Ed il pensiero partiva dritto dal cuore ed arrivava alla radice di un’origine, mentre Bryan quarantenne oggi, avrebbe voluto esserlo negli anni ottanta. Una fotografia immortalava un’azione e magari ne poneva in evidenza meramente il lato migliore; ma oggi tutti quei telefoni filtravano la realtà e la gente non viveva più, ma si specchiava in un dolore. Il dolore della solitudine.

Tim berciò contro Bryan, era tardi e dovevano consegnare il lavoro. La scadenza era già inevitabilmente velocità.

Il ruscello ondeggiava fra i territori alpestri con i suoi disegni pitturava profondità e tinelli di sete saziata per tutte le creature terrestri.

Di notte  si innamorò della luna, fissa, maestosa, regina e non solo per un’ora… ma doveva lavorare mastro ruscello mentre luna si specchiava su un altro fiume.

Lacrime di pianti ed altri derivati, il pastore Michelangelo lo consolò con carezze e verità: improvvisamente un lampo di sole…Michelangelo disse al suo amico…eri tanto preso dalla luce della luna che non ti eri accorto di quella stella che ti guarda sempre dalla montagna.

Roma piazze amore, fontana e vicoli di paese dentro un centro ammaliatore

Roma gatti randagi, gabbiani e luci provenienti da lontano

Roma colori e rumori di sanpietrini rigenerati dal sole

Roma primavera di tutte le stagioni, dipinto di storia, macchia di eternità, progetto di immenso valore.