Recensione “L’angelo custode”: racconto di Sara Neptune in uscita il 30 giugno

La storia d’amore, dolore e ricompensa del racconto L’angelo custode, in uscita il 30 giugno.

L’angelo custode, racconto di diciotto pagine di Sara Neptune (pseudonimo), è la storia di un ragazzo, Joshua, che, dopo un incidente, viene mandato da Dio a svolgere la funzione di angelo custode del suo fidanzato Kevin.

Dopo averlo accompagnato nel periodo di elaborazione del lutto, l’angelo scopre che il giorno della laurea di Kevin sarà anche il giorno della sua morte: preso dallo sgomento – emozione che nasconde un atto di estrema generosità, dato che Joshua preferisce che il suo fidanzato viva, piuttosto che riaverlo con sé per l’eternità – l’angelo decide di abbassare la guardia, e con una lieve carezza incorporea sulla guancia fa percepire all’ innamorato la sua presenza.

Dopo la discussione della tesi e i festeggiamenti con la famiglia, Kevin si avvia da qualche parte, spinto da un compito che lui sente come dovere morale: nel tragitto viene investito per salvare la vita a un bambino, permettendo alla volontà di Dio di compiersi.

Il Dio del racconto è però molto misericordioso, sembra lui stesso un angioletto più che un Dio onnipotente e imperscrutabile, e questo permetterà il disvelamento del finale inaspettato e lieto.

Nel racconto sono toccati molti temi, che vanno dall’omosessualità al soprannaturale, dal rapporto genitori-figli a quello dell’amore come altruismo e donazione di sé. Forse sono troppe questioni per un racconto breve, e i toni in cui sono trattate sono tendenti al sentimentalismo, inoltre manca l’approfondimento psicologico di quasi tutti i personaggi: tutti loro sono mostrati solo attraverso un singolo sentimento, che non basta a renderli profondamente umani.

La lezione che Joshua impara da Dio nella sua missione di angelo custode è forse la parte più riuscita del racconto: l’autrice in questo caso coglie il significato dell’amore degli uomini verso il divino come obbedienza e speranza anche nelle scelte dolorose, in una situazione che potrebbe anche ricordare, per la difficoltà della prova a cui Dio sottopone l’uomo e per l’obbedienza di quest’ultimo, al sacrificio di Isacco.

La storia è scritta bene, è scorrevole e a suo modo riesce a interessare il lettore, grazie a una leggera aura di mistero intorno alla sorte dei protagonisti e al passato di Joshua.

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Maria Chiara DAgostino

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