Recensione di “A Sciuquè” al Roma Fringe Festival
A Sciuquè
Malmand Teatro/i Nuovi Scalzi (Barletta)
Di Ivano Picciallo
Dramma: luci e ombre guidano lo spettatore a prender parte al viaggio inconsapevole di Nicola, alla ricerca di una risposta all’ormai ossessiva domanda, che forse gli ha cambiato la vita: cos’è il gioco?
A Sciuquè è stato il vincitore del Roma Fringe Festival e affermo vittoria pienamente meritata!
Inizialmente lo spettacolo assume un aspetto giocoso e divertente: i protagonisti sono bambini e successivamente adolescenti che amano il gioco inteso come emozione continua.
5 amici: quattro uomini e una donna e un’amicizia che dura negli anni, fino all’età adulta e al matrimonio tra Antonio e Lucia; amica d’infanzia dei quattro.
Un matrimonio da favola, due splendide bambine e una vita agiata. Avevano tutto: lavoro, salute e famiglia.
Ad un tratto però la ricerca costante dell’emozione e del brivido si trasforma: da giochi e momenti goliardici vissuti da bambini e adolescenti, per Antonio diviene malattia; le slot machine lo assorbono totalmente, rubandogli la vita e la famiglia!
Lucia, che inizialmente aveva cercato di aiutarlo, lo lascia.
Uno spettacolo divertente, emozionante e profondo: la comprensione di quanto una vita può perdersi per mai più ritrovarsi provoca sconcerto e paura; paura nel momento in cui si percepisce quanto l’uomo sia debole e capace di provocare distruzione intorno a sé e dentro di sé.