[REVIEW] “Gaston Levrè” di Alessia Cucè: “sangue e amore, vendetta e speranza, odio e affetto”
Gaston Levrè
Di Alessia Cucè
Sinossi
Khoeli sta riequilibrando tutte le parti di me, ma sta mandando all’aria la capacità di controllare il mio corpo e mi perdo… Un gemito dietro l’altro e tutto diventa fuoco. Brucia e mi fa perdere il lume della ragione.
Ed è il paradiso, l’estasi. Un viaggio sulla luna dal quale non sarei voluto tornare…
«Tu mi stravolgi, mi trasformi in qualcuno che non sono mai stato, Khoeli.»
In un uomo come Gaston Levrè gli equilibri sono tutto, ma dopo il cambio di rotta dei suoi amici narcotrafficanti decide di rimettersi in gioco e puntare sul commercio di qualcosa che lui ha sempre amato: i diamanti.
Ma l’Africa è un paese insanguinato, pieno di pericoli insidiosi e di ricordi ancora più pericolosi, capaci di far riaffiorare le paure di un uomo che ha sempre avuto due personalità contrastanti dentro: da un lato un perfetto gentiluomo, dall’altro un torturatore spietato e assetato di sangue.
Ma quella stessa terra così piena di morte custodisce anche l’unico diamante prezioso e inestimabile che le tortionnaire abbia mai desiderato: Khoeli.
Contiene scene di sesso e violenza che potrebbero urtare la sensibilità di chi legge.
Il romanzo è autoconclusivo e può essere letto indipendentemente dalla duologia NARCOS.
Recensione
Sangue e amore, vendetta e speranza, odio e affetto: sono tanti gli elementi di questo romanzo. Tanti e tutti ben strutturati.
Gaston è un uomo dalle molteplici sfaccettature, un torturatore, una persona che prova piacere nel far soffrire gli altri, un uomo che ama collezionare strumenti di tortura e che spende i soldi ricavati dal suo lavoro per “abbellire” la sua camera delle torture eppure un sentimento di dolcezza lo attraversa: questa dicotomia potrebbe sembrare impossibile al lettore ma la sorpresa consiste nel rendersi conto che in Gaston sussistono entrambe le “facce”.
“Sono un perfetto equilibrio di nero e bianco, di buio e luce. Io sono nato per essere questo.”
Al contrario Khoeli vive per far del bene, vive la sua terra martoriata, l’Africa, in tutte le sue contraddizioni: cerca di salvare gli orfani e nel contempo fa parte dei ribelli e controlla i giacimenti diamantiferi illegali. È una vita vissuta all’insegna del dolore, della sofferenza e della violenza fisica e psicologica.
I due all’apparenza sono distanti ma è una distanza colmabile, nonostante i pochi elementi in comune e sarà proprio il dolore ad unirli.
“Mio dio, Gaston Levrè, saresti la perdizione di qualunque donna.
Il desiderio più peccaminoso.
Il peccato più lussurioso.
E io non so come farò a non cadere nella tua trappola.”
Il romanzo contiene scene forti, in alcuni tratti illeggibili, da togliere lo sguardo e saltare alcune righe: le scene di tortura sono troppo realistiche e da non poter leggere senza pensare che sono associabili alla realtà.
La violenza imprime le pagine ma è una violenza che parla di amore, di passato, di ricordi e di una vita da ricucire.
“… su queste terre rossastre, il mio passato è ritornato a pretendere attenzione.”
Romanzo fornito da Alessia Cucè