Sanremo 2018: tra grandi ritorni, duetti improbabili e (forse) l’ultima esibizione di Elio e le storie tese.
Che sarebbe stato un Sanremo sui generis lo si prevedeva ampiamente dalla scelta di Claudio Baglioni come direttore artistico. Ma i nomi dei 20 Big, annunciati durante “Sarà Sanremo” da Claudia Gerini e Federico Russo, che gareggeranno per conquistare l’ambito “Leoncino d’oro”, hanno lasciato gli addetti ai lavori e il pubblico in studio e a casa letteralmente di stucco. Nonostante la grande assenza, dalla competizione canora, dell’eliminazione, senza dubbio il Festival di Sanremo si presenta imprevedibile.
La “bomba” è scoppiata a fine serata, quando già erano stati annunciati i 19 artisti. Il nome di Elio e le storie tese ha fatto saltare sulla sedia milioni di italiani, non per la loro scelta di partecipare a Sanremo, ma perché avevano annunciato di sciogliersi definitivamente lo scorso ottobre. Con il brano “Arrivedorci”, la band milanese si esibirà sul palco dell’Ariston per la quarta volta. Sarà un addio definitivo o ci riserveranno altre sorprese durante la “settimana sanremese”?
Oltre agli “Eli”, la 68ima edizione del Festival di Sanremo, che andrà in onda dal 6 al 10 febbraio, vedrà grandi ritorni come i Pooh. Ma il gruppo musicale italiano più longevo, questa volta, si presenta “spezzettato”. Infatti, la coppia formata da Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (hanno vinto entrambi la kermesse, rispettivamente con “Uomini Soli” nel 1990, dove i Pooh si presentarono orfani di Riccardo Fogli, che lo vinse da solista qualche anno prima, nel 1982, con “Storie di tutti i giorni”) concorrerà contro l’amico Red Canzian. Torneranno, dopo anni, all’Ariston anche Luca Barbarossa (trionfò nel 1992 con “Portami a Ballare”), con una canzone dal titolo romano “Passame er sale”, e la grande Ornella Vanoni accanto a Bungaro e Pacifico.
Per i The Kolors e Mario Biondi, che si sono fatti conoscere al grande pubblico attraverso canzoni cantate in inglese, sarà la loro “prima volta” sul palco della città ligure. Stesso destino spetta anche al gruppo indie pop Lo Stato Sociale che, dopo aver riempito il Forum di Assago, hanno deciso di partecipare alla competizione nazional – popolare.
Ma, chiunque legga la lista dei 20 Campioni in gara, salta all’occhio i numerosi duetti. Oltre a quello degli “ex Pooh” e del terzetto capitanato dalla Vanoni, troviamo il duetto Diodato e Roy Paci; la coppia anomala composta da Enzo Avitabile e Peppe Servillo (vinse Sanremo con gli Avion Travel nel 2000 con “Sentimento”); e il duetto sorprendente tra due cantautori più promettenti del panorama musicale italiano e reduci entrambi dallo scorso Festival di Sanremo, si tratta di Ermal Meta e Fabrizio Moro che, con “Non mi avete fatto niente”, porteranno una canzone che tratta un tema molto caldo, quello del terrorismo.
È il Festival anche delle reunion inattese, come quella dei Decibel, band punk rock in cui aveva esordito Enrico Ruggeri (che vinse Sanremo per ben due volte, nel 1987, insieme a Tozzi e Morandi, con “Si può dare di più” e nel 1993 con “Mistero”); dopo una breve parentesi da solista, Francesco Sarcina ha deciso di rimettere in piedi la sua band storica, Le Vibrazioni.
Ma, nel Sanremo targato Baglioni, non poteva mancare la parte cantautorale. A portare la bandiera ci pensano due grandi nomi. Il primo è Ron (conquistò il primo posto nel 1996, insieme a Tosca, con “Vorrei incontrarti fra cent’anni”), che torna all’Ariston nonostante la delusione dell’eliminazione dello scorso anno, ma questa volta con una canzone, rimasta per anni nel cassetto, scritta dal suo amico e collega Lucio Dalla. Il secondo invece è Max Gazzè, con un brano dal titolo curioso, in perfetto stile “Maximilian” (nome del suo ultimo lavoro), “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”. Oltre ai due veterani, ci sono altri due giovani cantautori, si tratta di Renzo Rubino e il neo-tutor di “Amici” Giovanni Caccamo, entrambi si sono fatti conoscere grazie alla partecipazione a Sanremo Giovani negli anni passati.
In ogni Festival che si rispetti, sono immancabili le interpreti femminili. Quest’anno, il compito di rappresentare il genere spetta all’eleganza di Annalisa (tutor, insieme a Caccamo del talent “Amici“) alla leonessa Noemi e alla classe di Nina Zilli. Tutte e tre le cantanti hanno già partecipato alla kermesse musicale, conquistando ogni volta un ampio consenso tra il pubblico.
Tra la lista dei nomi, a differenza di quanto è stato con i tre Sanremo condotti da Carlo Conti, è visibile l’assenza del genere rap, che è largamente in ascesa negli ultimi anni, e mancano i ragazzi della new generation, cioè coloro che sono usciti da poco dai talent, quali “Amici” e XFactor”. Inoltre, è marcata la presenza degli artisti “over”, che richiama un pubblico più rétro, quello nostalgico dei Festival della Prima Repubblica. Tuttavia, non si può dare per scontato che sarà un Festival classico e monotono: la gara non è completamente orfana della componente per “attirare” i giovani a guardare la competizione più attesa dell’anno, pensiamo agli ex talent (Annalisa, Noemi e The Kolors), oppure alla coppia Metal-Moro.
Insomma, la pietanza dall’aspetto sembra buona, dobbiamo aspettare poco più di un mese per sapere se sia realmente gustosa e all’altezza delle aspettative.