“Sex machine. Un popolo di santi, poeti, navigatori e puttanieri” di Giuliana Musso: la recensione

Giuliana Musso

“Cosa spinge gli uomini a cercare il sesso a pagamento?” si chiede l’autrice e interprete Giuliana Musso.

“Sex machine. Un popolo di santi, poeti, navigatori e puttanieri” indaga uno spaccato delle società contemporanea, analizzando un fenomeno estremamente diffuso ma di cui in fondo si sa pochissimo.

L’opera, con la regia di Massimo Somagliano, è stata in scena il 25 luglio all’Accademia Tedesca di Villa Massimo a Roma, per la rassegna di Estate Romana “Sempre più fuori”. Lo spettacolo, che ha compiuto 20 anni e nasce dall’incontro tra Giuliana Musso e Carla Corso (ex prostituta, attivista e scrittrice), appare ancora oggi innovativo, forse a causa della mancanza nel tempo di una trattazione adeguata.

La musica suonata dal vivo di Gianluigi Meggiorin lo rende sospeso tra il teatro civile e il cabaret.

Giuliana Musso, autrice e interprete della pièce, nei suoi spettacoli affronta spesso temi scomodi: qui sceglie l’ironia per sgomitare i luoghi comuni e indurre nello spettatore una riflessione. Troppo spesso indotti a giudicare le scelte altrui, bisognerebbe in realtà chiedersi: la nostra verità è “vera verità” o solo idea di essa?

L’umanità che fuoriesce è disadorna, a tratti ridicola, ma anche vera e riconoscibile.

Le prostitute vengono definite in molti modi, sono tanti i termini che nei tempi sono stati utilizzati, ma i clienti? I clienti si chiamano solamente “clienti”, quasi a voler far scomparire “l’altra faccia della medaglia”.

Lo spettacolo ci racconta differenti tipologie di clienti: dall’uomo anziano, sposato da sempre, che si dichiara innamorato della moglie e afferma di non averla mai tradita perché ha solamente frequentato prostitute, all’uomo ricco che vive l’esistenza come una folle corsa. C’è chi frequenta i night club alla ricerca di una donna “ideale” che nella quotidianità non esiste, e chi, infine, trova nel conforto di braccia sconosciute un attimo di quiete da un’esistenza che sta andando alla deriva.

Sono tante le umanità in gioco, tutte diverse e in cerca di qualcosa: sesso, adrenalina, potere, salvezza?

L’opera ci racconta anche la prospettiva di una prostituta, i suoi consigli per sopravvivere a un mestiere spesso pericoloso, non solo per il corpo ma anche per il cuore, perché non bisogna mai dimenticare che in agguato c’è sempre l’amore. E infine anche il punto di vista di una donna, moglie e madre di famiglia, che non comprende e non ammette l’importanza del sesso nella sua vita.

In fondo basterebbe ricordarsi che nessuno è diverso dall’altro, siamo tutti soli, umani, fragili e in balia dell’emozioni e dei bisogni: forse è il momento di smettere di giudicare.

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