Sulle ali della musica: Valeria Vaglio
Venerdì scorso presso L’Asino che Vola, locale collocato nel quartiere Appio Latino in Roma, è andata in scena, con la sua voce suadente ed affascinante, Valeria Vaglio e nell’occasione ha presentato il suo ultimo album Mia, arricchendo il percorso narrativo e musicale dei suoi brani con delle cover molto interessanti. Coloro che hanno vissuto l’evento possono confermare quanto sia stato piacevole partecipare al concerto nel quale le parole, le sonorità, le vibrazioni e le emozioni si sono intrecciate testimoniando una verità che appartiene agli amanti delle note, degli spartiti e della produzione canora e sonora: la musica incarna la convivialità di un momento e rappresenta intervalli di tempo scanditi dalla condivisione.
Una serata all’insegna delle grandi composizioni e dello studio delle armonie, dell’omaggio ai grandi artisti e delle canzoni pensate, elaborate interiormente e proposte al pubblico con energia, passione ed umanità; a completare il viaggio dei suoni e le scorribande dei cori e delle risonanze acustiche era presente Vittorio Giannelli con la potenza e la grinta della sua chitarra, arrangiatore e compositore romano molto attento all’analisi approfondita dell’arte musicale ed una band spaziale che ha dato vita ad un vero e proprio gioco di squadra. L’intesa si percepiva immediatamente.
Valeria Vaglio nasce a Bari e nel 2005 si aggiudica la borsa di studio Siae frequentando il master di perfezionamento per autori di testi presso il Cet di Mogol dove si formano uomini e donne per formare artisti e dove si comprende come si sostanziano il confronto e l’accordo fra versi e musica. Dai motivi della cantautrice pugliese traspare subito quanto i due elementi, strofe e note si compenetrino e collaborino per trasmettere linfa ad un unico prodotto finale, fatto di anima, corpo ed inevitabilmente voce. Nel 2008 prende parte al cinquantottesimo Festival di Sanremo con il brano Ore ed ore: Valeria ha a cuore il discorso relativo ai diritti umani e sostiene con grande impegno le cause di Amnesty International.
Nel 2010 esce il suo secondo album Uscita di insicurezza con il singolo Fragole e champagne: l’artista nel corso di una serata in compagnia degli amici affermò quanto per lei la tranquillità fosse uno stato totalmente incompatibile con l’amore. Le fragole e lo champagne rappresentano la metafora del contrasto fra la dolcezza del frutto ed il brillare delle bollicine e nelle loro immagini e nei loro profumi ci comunicano l’intensità di un’esperienza anche nella fugacità di singoli intervalli di tempo. Torniamo sulla musica, perché dai dischi di Valeria si afferra quel concetto di sonorità evocativa all’interno della quale una figura retorica od una semplice parola contengono mondi, tempo e spazi di riflessione. E quando la scrittura di un vissuto si accomoda sulle intonazioni di una voce e sulle intuizioni di un complesso musicale, il risultato energetico e creativo è assicurato. La cantante domina in maniera sensazionale il palco e comunica tutta la forza vitale che scorre dentro agli artigiani degli spartiti.
Il 2011 è la volta di ‘Dio quanto sto bene senza te’ che ottiene un tributo soddisfacente con il Premio Pivi 2011; nel 2013 compone la colonna sonora per il cortometraggio “Guardate il sole in faccia” e sviluppa l’abilità di pianificare note in movimento per il canto delle pellicole.
Sempre nel corso del 2013 ottiene la direzione artistica della BoBo Records, casa discografica indipendente che ha il merito di andare a scovare i nuovi talenti che nell’attualità vivono una condizione di grande difficoltà a causa delle industrie televisive che puntano, in un’ottica di velocità, a premiare la quantità dell’immagine a discapito della qualità del valore e dei contenuti. L’autrice è molto impegnata a veicolare il discorso che riguarda i musicisti emergenti e in Italia ne avvertiamo il bisogno, essendo passati da una grande tradizione cantautorale alla repubblica dei presunti talent.
Nel 2014 arriva il momento de ‘Il mio vizio migliore’ disco di forma e sostanza, lontano dalle logiche mediatiche e quindi propenso a rischiare; ma come si sa, le situazioni migliori talvolta si creano nei momenti di tensione con una buona componente di azzardo in quella terra di mezzo inesplorata da tanti, fatta di incognite che possono, con sacrificio ed impegno, tradursi e trasporsi in grandi gioie musicali e soddisfazioni professionali. E Valeria e la sua band non si tirano mai indietro di fronte alle sfide, le accolgono e le trasformano in risorse per le idee e per gli ascoltatori.
E dopo un flashback di notizie e di biografia che ci svela l’antropologia e la personalità di coloro che stanno dietro ad un mestiere di emozione ed alla professionalità artigianale dell’arte arriviamo all’attualità.
Nell’anno 2019 Valeria è ‘Mia’ e ha preso la sua decisione: ‘Mi faccio un regalo’, singolo di anticipazione. L’album è stato prodotto da Vittorio Giannelli e Giampaolo Cantini. Il suo nuovo stimolo si incarna nella volontà di colorare la sua formazione artistica con elementi di musica elettronica per dimostrare che talvolta la commistione produce armonia. Con Valeria Vaglio anche oggi abbiamo effettuato un volo sulle ali della musica.