Sulle ali della Psicologia e dell’attualità: Stanley Schachter e Jerome Singer.
Oggi le nostre emozioni sono state messe alla prova da questa quarantena, che, seppur gradualmente terminata, ha sconvolto i rapporti sociali e l’equilibrio interno delle persone. E’ empiricamente constatabile quanto la generalità stia risentendo degli stress e delle frustrazioni che hanno messo in dubbio le vecchie certezze e le antiche sicurezze; non si registra un miglioramento sostanziale nelle relazioni e nella gestione delle paure e delle ansie.
Mesi fa anche noi avevamo auspicato la possibilità di un ridimensionamento dell’approccio alla vita con la priorità verso i valori veri dell’esistenza. In realtà sembra che tutto sia tornato come prima, con la differenza del distanziamento e delle protezioni.
Le emozioni sono sempre state difficili da descrivere e da analizzare.
Stanley Schachter e Jerome Singer pero’ compresero che al di là del linguaggio universale del sorriso, ad esempio, dovevano indagare le componenti psicologiche che determinano un sentimento ed uno stato d’animo.
Nel 1962 pubblicarono Cognitive, social and psychological determinants of emotional state, dando il via ad una svolta epocale nell’approfondimento dell’azione umana.
Gli studiosi partirono fondamentalmente da una domanda basilare: perché ci emozioniamo? E contestualmente si soffermarono sulla serie di differenze e specificità che contraddistinguono le emozioni ed i sentimenti. Tentarono di capire se le percezioni positive o negative si attivino prima nel corpo o nel pensiero e le molteplici interazioni che le riguardano. Allo stesso modo cercarono di individuare una soluzione a queste problematiche privilegiando sempre il terreno della simultaneità.
Come sostiene Anna Giardini nell’introduzione al testo dedicato a questi due pensatori e specialisti della psiche umana edito da Hachette, la loro ricerca ha dato il via alla teoria dei due fattori, quella del juxebox emotivo che spiega il legame fra fisiologia e cognizione.
Gli autori insistettero come un mantra sul fatto che l’ambiente, nello specifico il contesto spaziotemporale di riferimento influenzasse il vissuto emotivo. Rappresentiamo ciò che proviamo e quello che sentiamo, e non ascoltiamo o vediamo semplicemente, è influenzato in maniera netta e decisiva dal territorio della nostra vita, della nostra cultura e degli insegnamenti con i quali veniamo a contatto. Gioia, ansia, paura, rabbia sono originate da situazioni radicate in noi che incontrano gli eventi esterni.
Il volume affronta anche il fattore stress: un elemento che complica la vita ma se ben governato e conosciuto può fornire l’occasione di gestire le emozioni e scoprire di possedere immense risorse.
Nel tomo si troveranno i colori del nostro mondo interiore in relazione al concetto di adattamento: se viviamo per costrizione un momento storico, per forza di cose, individueremo quei meccanismi interni per prendere atto dei fatti, governarli e trasformarli in un cambiamento.
E oggi stiamo attraversando una fase reale di mutamento: magari si tratterà di un periodo intermedio, ma che resterà scolpito nella mente. E’ stato difficile modificare la abitudini ed allo stesso modo sarà complesso ritornare al mondo di prima con una differente percezione sensoriale e con una modalità di adattamento che sta variando giorno per giorno.
Le emozioni sono segnali lampeggianti, come ci indica il libro, dobbiamo essere in grado di coglierne gli avvertimenti, di chiudere gli occhi e di sentirle dentro di noi. La lettura di queste pagine può essere molto utile per affrontare l’attualità e per ricordarsi dei buoni propositi fatti le prime ore della scoperta della prigionia per non commettere gli errori molto occidentali che in un passato molto recente avevano distrutto la gerarchia di valori dei quali si è parlato tanto dappertutto durante le prime ore della pandemia.
La politica continua a dare un pessimo esempio e la società civile spesso perde troppo tempo sui social a confezionare letterine a babbo natale, senza poi credere in maniera convinta agli slogan che cavalca.
Forse è proprio il momento di ricuperare un equilibrio interno che è concreto più di quanto si pensi, perché le emozioni raccontano il vocabolario delle nostre esperienze.
Buona lettura.