Sulle ali: il campo dei miracoli a Corviale. “Che ci faccio qui” di Domenico Iannacone sui Rai 3.
Quello che non riportano consuetamente i telegiornali, radiogiornali o quotidiani è possibile apprenderlo, analizzarlo, approfondirlo la domenica sera con dei video documenti, che definirli così è riduttivo. Già perché si viaggia sui binari della cronaca seguita con dovizia di particolari e ci si ferma man mano presso le stazioni della poesia, della quotidianità, dell’informazione e della formazione.
Torniamo a parlare di Domenico Iannacone, giornalista, autore e regista del programma Che ci faccio qui in onda su rai 3 la domenica sera.
Mi ha colpito molto l’indagine realizzata nel quartiere di Corviale fra le storie dentro le storie del serpentone, un km di lunghezza, di problematiche ma anche di tanta umanità e senso comunitario. Con il solito garbo, la professionalità e la voglia di andare nel profondo delle questioni, senza mai perdere di vista l’approccio ispirato alla sensibilità e all’educazione, Iannacone ci ha raccontato e ha fatto raccontare e narrare dai diretti protagonisti le vicende, gli aneddoti e gli episodi quotidiani che caratterizzano la vita del quartiere.
Le domande, nel programma Che ci faccio qui, sono intervallate dalle pause che contengono già significati e sottotesti, le risposte sfoderano vissuti ed esistenze alla ricerca di sogni e cambiamenti. Un paese, un grande paese, dentro una estesa città che a volte sembra così distante, così lontana.
Tante persone non vogliono abbandonare quel luogo, perché lì ci sono le loro radici, perchè dei panorami sconosciuti e affascinanti guidano le loro riflessioni e fotografano il passato ed il senso famigliare.
E allora scopriamo che il calcio sociale, ad esempio, ha ideato le anti – regole, delle leggi scritte ma anche non scritte attraverso le quali un campo, un pallone e due porte divengono metafora di vita e realizzano, allo stesso tempo, la realtà concreta di una esistenza più giusta e più ancorata a dei valori universali, bussola per gli uomini e le donne.
Tutte le età al servizio del tempo e degli spazi, con un’etica ed una scala valoriale che tende e premiare e a riconoscere la valenza emotiva e comportamentale di coloro che forniscono gli assist, in qualche modo gli aiuti, dato che bisogna mettere tutti nelle condizioni di realizzare il goal e quindi la meta.
Il montaggio, le pause, i movimenti e la genuinità delle persone mettono in evidenza il cuore pulsante di un territorio dove molte persone non solo non vogliono arrendersi ma desiderano porre le precondizioni affinché anche gli altri non gettino la spugna.
Il fattore emozionale è fondamentale: quando ci si prodiga per gli altri, per l’ambiente, il territorio ed il contesto spazio – temporale fatto di persone, idee, passioni, coraggio e difficoltà è normale che, a momenti, di entusiasmo succedano altri di scoraggiamento e tristezza, ma il motore del cambiamento è irrefrenabile e questo viene fuori con attenzione e con lo studio dei particolari, dai momenti e dai dialoghi che Iannacone produce con gli interlocutori del quartiere, eroi in un tempo di maschere e promesse mancate. Anche qui si parte dal calcio, quello di rinascita e risurrezione e quello che si vuole dare alle ingiustizie ed all’indifferenza verso gli anelli fragili della società.
L’età rappresenta un canale di mutuo scambio ed aiuto, la saggezza che va a braccetto con la freschezza giovanile, si parte da bambini fino a 90 anni, ed i colpi di testa, in positivo, come una luce in accensione, riguardano il fisico ed il cervello.
Non esistono squadre più forti o più deboli, ma comportamenti, tatti, sensibilità che non si esauriscono nei 90 minuti ma riguardano la vita di tutti i giorni, le ore di allenamento ed il campo ovviamente.
Nel calcio moderno vince chi ha più soldi, qui chi ha più fiato, chi si sacrifica per la squadra consapevole che un secondo dopo qualcun altro della compagine rischierà per la casacca ed i compagni. Sembra quasi il monologo di Al Pacino rapportato alla realtà in ogni maledetta domenica.
Vince chi custodisce, vince chi dedica la vita anche agli altri e a qualcosa di importante, alla costituzione di una società migliore, non quella quotata in borsa, ma quella esperienziale ed esistenziale.
A tutti le stesse chance, opportunità, con il rigore battuto dal coefficiente minore, per dare rigore e dignità alla moralità, alla solidarietà ed alla comunità, di intenti ed intenzioni.
Massimo Vallati, mister e signore sul campo e fuori, dà la sua ricetta ispirata e votata alla semplicità, all’essenzialità e al ricordo: il ricordo degli eroi caduti sul campo di battaglia dell’esistenza, per una causa, un’idea, per far camminare le idee sul prato verde di Corviale.
Niente è regalato, si conquista tutto: tutti i componenti sono corresponsabili, nessuno escluso; quella responsabilità che edifica la terra di mezzo fra realtà e sogno.
Proprio per questo l’arbitro non è previsto. Si viaggia fra i piani del serpentoni alla ricerca anche di quella verticalità che ti fa scrutare dall’alto dei terrazzi il quartiere, per monitorarlo, prendersene cura, ed ammirarlo. Un progetto, un mattone da porre giorno per giorno.
Campioni, soprattutto, sul marciapiede per lavorare ad un piano magnifico, che si sostanzia nel far rinascere un rione, con i valori aggiunti dei cittadini.
I tifosi sugli spalti devono divenire parte integrante della partita, per riscoprire una comunità che deve tornare a splendere. Per recuperare una periferia e renderla centrale: la fotografia, il montaggio, la scrittura viaggiano come sempre fra la poesia ed il giornalismo, quello di servizio, quello vero.
Torniamo a volare sulle ali della macchina da scrivere, della telecamera e dei documenti, pagine dell’esistenza che prendono il volo da un cielo sospeso che guarda una Roma pronta a riprodurre il desiderio e l’ambizione di tanti luoghi dimenticati in Italia. E da una sfera ricomincia il gioco, uno stratagemma alleato che insegna a liberare le emozioni.
Ci immaginiamo altre luci, fiamme dei lampioni abili nel mostrarci la notte, dove si pensa, dove si sogna. Proprio lì e qui, da Corviale.
Potete rivedere la puntata su RaiPlay, anche per ascoltare le altre testimonianze degli attori di vita e dei calciatori in azione: si fa azione, informazione, formazione, pensiero. Ecco cosa fanno là Iannacone e la sua redazione nel programma Che ci faccio qui!
https://www.raiplay.it/programmi/checifaccioqui