“THE SINNER”: LA STORIA DI DUE SORELLE IN BILICO TRA FEDE E PERDIZIONE
Cora Tannetti (Jessica Biel), madre e moglie devota, un giorno, mentre è al lago a prendere il sole con la sua famiglia, accoltella uno sconosciuto. Viene immediatamente arrestata e sostiene di non sapere perché ha fatto ciò che ha fatto.
Scatta subito la curiosità umana e di conseguenza la voglia di capire chi sia Cora.
La protagonista è cresciuta in una casa in cui la madre è il capo spirituale e morale di tutti gli altri familiari. Respirare, mangiare e pregare. Queste le uniche attività contemplate, concesse e accettate nelle quattro mura domestiche. La sua infanzia e la sua adolescenza sono ampiamente condizionate dalla convinzione materna per cui la sopravvivenza di Phoebe (Nadia Alexander), sua sorella minore, sia indissolubilmente legata alla “santità” della maggiore.
Nucleo fondamentale della storia è proprio il rapporto tra le due sorelle: complesso ma pieno d’affetto. Mentre da piccole la presenza della madre ha filtrato qualsiasi tipo di contatto, crescendo invece si crea tra le due un legame talmente stretto da farle vivere in completa simbiosi. Phoebe vive tramite Cora. Questa, chiaramente, è un’enorme responsabilità e contemporaneamente un enorme “peso” per la seconda.
Il detective Harry Ambrose (Bill Pullman), ha l’incarico di seguire il “caso Tannetti”. Già durante il primo colloquio con Cora, egli intravede le tracce di questo passato difficile da metabolizzare e inizia a cercare di scoprire la verità.
Il rapporto tra l’assassina e il detective è l’altro rapporto cardine della serie. È l’unico che istintivamente capisce che c’è altro, c’è di più dell’omicidio a sangue freddo perpetrato nei confronti di uno sconosciuto e lotta senza tregua per dimostrarlo ai giudici, ai colleghi e ai concittadini.
Un’anima né pura né impura è ciò che li accomuna.
Ambrose nella vita professionale è testardo, curioso e appassionato. Nella vita privata invece è “spezzato in due”: a volte un bravo marito penitente e sereno, altre un “bad boy” dai gusti un po’ spinti.
Non voglio anticipare nulla a chi non abbia già visto la serie ma posso consigliarla caldamente. Nella rosa delle serie in voga nell’ultimo periodo, questa, forse meno famosa di altre, è veramente ben fatta. L’interpretazione della Biel è perfetta. Il ricordo che abbiamo di lei che interpreta sempre il ruolo di sorella in una famiglia religiosa (ma diversamente religiosa) – sto parlando di Seven Heaven – non ci impedisce di apprezzarla in questo nuovo ruolo molto più dark.
La durata molto breve rispetto alle altre serie competitors non inficia l’approfondimento della storia e della psiche delle varie personalità. C’è un buon equilibrio tra ciò che viene detto e ciò che viene celato fino all’ultima puntata. Anche i “depistaggi” sono ben congeniati, reggono nella loro plausibilità.
La serie stimola anche diverse riflessioni. Cosa sceglieremmo tra una lunga vita sotto una campana di vetro osservando a distanza il mondo esterno e una vita breve come quella di una candela che brucia velocemente?
Cosa rende delle azioni, dei pensieri, dei modi di vivere socialmente accettabili rispetto ad altri? E quanti modi di elaborare l’emarginazione derivata dal non essere conformi alle aspettative della famiglia, del paese, della società esistono?
In fondo Cora è un donna forte e riesce a rimanere a galla mentre le onde di fede e di perbenismo della madre cercano di farla affondare, mentre il peso della responsabilità verso la sorella rischia di immobilizzarla, mentre gli sguardi automaticamente accusatori dei suoi concittadini attendono solo di vederla crollare.
Cora è una che nonostante tutto ce la fa.
“The sinner”, a dispetto del titolo, racconta le vite dei cittadini di un piccolo paese americano che hanno un animo buono ma che le circostanze della vita hanno catapultato lontano dalla “retta via”.
Attendiamo quindi la seconda stagione che in America dovrebbe iniziare il primo di agosto!