Theresa May perennemente sotto esame: dai social piovono critiche
ANCORA DISAGI PER THERESA MAY: TRA LA DISPERATA RICERCA DI UNA MAGGIORANZA, IL ROGO DI KENSINGTON E IL SEMPRE PIU DIFFUSO MALCONTENTO DEL POPOLO BRITANNICO.
Un inizio settimana piuttosto complicato per la premier britannica, a cominciare dall’impegno a dar vita a un instabile governo di minoranza retto dal sostegno di 10 deputati dell’estrema destra nordirlandese del Dup, tra malumori generali nati all’interno del suo stesso Partito Conservatore, che l’hanno costretta al sacrificio di due dei suoi più fedeli e brillanti collaboratori, Hill e Timothy.
Tra le varie preoccupazioni vi è quella imminente sui negoziati per la Brexit, punto dolente di tutta la vicenda politica, che di certo, se mal gestita, potrebbe causare non pochi problemi al Regno Unito, specialmente sul piano economico.
Il tragico incendio della Grenfell Tower ha gettato in seguito tra la gente una coltre di morte e disperazione, voglia di protesta per essersi sentiti abbandonati e prima -avendo, superstiti e vittime, fatto presente più volte alle istituzioni delle gravi carenze strutturali dell’edificio in termini di sicurezza- e dopo la catastrofe – abbandonati una seconda volta al loro destino, pur non avendone alcuna responsabilità, trattati con indifferenza e freddezza da chi avrebbe dovuto dal primo istante mostrarsi presente e attento ai loro bisogni, alle loro vivide e comprensibili paure.
Ora tutti puntano il dito contro la May, nel mirino c’è lei, colpevole d’ essere il leader di un partito considerato artefice della superficialità applicata soprattutto sul tema sicurezza, sfociata poi in pressappochismo e disastro. E il presupposto di base quando si sbaglia è ammettere gli errori e cercare, nei limiti del possibile, di rimediare; peccato però che la premier in una vicenda così delicata sotto gli occhi del mondo sia stata contestata e appellata dai più con un aggettivo che pesa: “codarda”. Forse per essersi sottratta troppo a lungo al confronto con la folla disperata e bisognosa di vicinanza, conforto e sicurezze concrete a cui appigliarsi. Comportamento nettamente in antitesi con la visita della impeccabile regina che fra i feriti e i sopravvissuti si è saputa muovere abilmente come una madre premurosa.
Dopo l’intervista andata in onda sulla BBC in cui la May esprime cordoglio verso la tragedia, i social si scatenano e volano da parte degli stessi cittadini inglesi commenti tutt’altro che d’approvazione, che la etichettano come “fredda, inumana, senza cuore”, sensazione ormai condivisa da molti e difficile da debellare.
Per quel che riguarda la Brexit, l’appuntamento a Bruxelles dovrà tenersi non prima di lunedì 19 giugno, originariamente giorno del Queen’s Speech, il discorso della regina in Parlamento, in cui viene presentato il programma di governo per l’anno a venire. Il discorso è stato però posticipato a data da destinarsi, evidente segnale di difficoltà e confusione, che quasi sicuramente porterà a un rinvio dei negoziati.
Ormai è chiaro: questa donna non convince più, perde consensi giorno dopo giorno indebolendo un esecutivo già precario. Vedremo se riuscirà a risollevarsi dopo una serie di scivoloni che non stanno certo giovando al prosieguo del suo governo.