“Vimercati – Morandi. Ripetizioni differenti” fino al 18 luglio 2021 alla Casa Morandi, Bologna
Franco Vimercati, Senza titolo (brocca), 1980-81, 14 fotografie b/n ai sali d’argento, V. 12 cm 27,5 (diametro)
Courtesy Archivio Franco Vimercati e Galleria Raffaella Cortese, Milano
Istituzione Bologna Musei | Casa Morandi
Vimercati – Morandi. Ripetizioni differenti
A cura di Lorenzo Balbi
8 maggio – 18 luglio 2021
Nell’ambito di ART CITY Bologna 2021
Mostra promossa da Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi
In collaborazione con Archivio Franco Vimercati e Galleria Raffaella Cortese
Nella riscoperta critica che negli ultimi decenni ne ha consacrato il riconoscimento tra le più originali ricerche sulle potenzialità del medium fotografico in Italia, la vicenda creativa di Franco Vimercati (1940-2001) è stata ricorrentemente avvicinata all’opera pittorica e incisoria di Giorgio Morandi, pur nella differente elezione del linguaggio espressivo.
L’analogo procedimento di interrogazione seriale di oggetti comuni prelevati dal dato di realtà e una condizione di schiva solitudine, ancorata ai margini del sistema dell’arte, ha suggerito un parallelismo nella postura, estetica e di ethos, di due artisti diversamente inattuali per riluttanza di adesione alle convenzioni del proprio tempo storico, e per questo profondamente contemporanei.
Le poetiche dei due autori trovano un’occasione di accostamento, unica e speciale per capacità di risonanza interiore, nella mostra Vimercati – Morandi. Ripetizioni differenti allestita a Casa Morandi, la casa atelier di via Fondazza dove il maestro bolognese visse e lavorò dal 1910 al 1964.
Il progetto espositivo, a cura di Lorenzo Balbi e promosso da Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi con la preziosa collaborazione di Archivio Franco Vimercati e Galleria Raffaella Cortese, si apre sabato 8 maggio 2021 alle ore 13.00 – nell’ambito della nona edizione di ART CITY Bologna, il programma istituzionale di mostre e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna nell’ambito di Bologna Estate – per rimanere visibile fino al 18 luglio 2021.
L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria effettuata entro il giorno precedente la visita sul sito https://www.midaticket.it/eventi/casa-morandi.
Le 23 fotografie di Franco Vimercati esposte – 3 dalla serie Senza titolo (Fiori), 6 dalla serie Senza titolo (Vaso) e la serie completa di 14 immagini del corpus Senza titolo (Brocca) – sono state selezionate per richiamare una diretta corrispondenza tematica con alcuni dei soggetti prediletti da Morandi nella sua indagine pittorica, di cui a Casa Morandi si conservano alcuni esemplari originali. Analoga è infatti la tensione nel continuo esercizio dello sguardo verso umili oggetti di uso domestico, estremamente limitati nella loro differente tipologia – appena una ventina per Vimercati – con cui i due artisti hanno instaurato un silenzioso colloquio interiore, ricomponendoli in un linguaggio del tutto personale di poetica complessità.
Entrambi assumono a pretesto questi modelli – sempre rappresentati in inquadrature frontali ravvicinate e isolati da ogni riferimento al contesto esterno – per restituirli nelle impercettibili variazioni prodotte da un gesto ininterrottamente reiterato, in una ricerca formale intransigente che si traduce in esaltazione dell’essenza e della purezza dell’immagine.
“Io sono la lastra, ho bisogno di poca luce, di un sospiro, un soffio di luce”. Con queste poche, intense, parole Franco Vimercati inquadra il proprio codice visivo dove l’oggettualità narrativa degli anonimi soggetti fotografati si annulla – o per altri, al contrario, concentra tutto su di sé – per svelare l’invisibile quotidiano attraverso una percezione del tempo illimitata. Se quello proposto in mostra è un dialogo fatto di punti di tangenza, ineludibili da cogliere appaiono le differenze e le distanze concettuali. La comune attitudine esplorativa determinata e seriale, quella disciplina costante e severa che per tutta la vita ha alimentato la loro indagine estetica, lo sguardo sempre rivolto verso oggetti di uso quotidiano colti nell’infinità variabilità dell’uguale e attraversati da un tempo che è quello del giorno per giorno fanno da contrappunto a un differente approccio compositivo oltre che all’uso di tecniche diverse. Mentre Vimercati, attraverso l’operazione fotografica, indaga il tema della luce e del movimento di uno stesso oggetto (sia esso fiore, bottiglia o vaso), ripreso centinaia di volte in bianco e nero mentre generalmente sembra “galleggiare” sospeso su un fondo prevalentemente scuro, Morandi, attraverso il suo pennello, si concentra maggiormente su composizioni di oggetti collocati sul tavolo e indagati nelle loro relazioni spaziali, tonali e luministiche.
E se, come scrive Elio Grazioli, da un lato Vimercati ha sempre poco apprezzato l’appellativo di “Morandi della fotografia”, dall’altro non ha mai negato il suo tentativo di far somigliare le sue opere a “delle incisioni”, per far emergere le loro caratteristiche grafiche.
“Del resto la fotografia è un po’ il seguito dell’incisione, no?” dichiarava. “La fotografia ha preso il posto di tutto quello che nell’Ottocento era inciso, dai giornali ai libri, eccetera […] con l’incisione la fotografia ha in effetti molte cose in comune: la lastra, il negativo, la stampa, e con essi il rapporto tra bianco e nero, la profondità del segno, il lavoro di precisione”.
BIOGRAFIA FRANCO VIMERCATI
Franco Vimercati nasce il 16 dicembre 1940 a Milano dove frequenta l’Accademia di Brera diplomandosi nel 1959.
Dopo il servizio militare inizia una attività di grafico che lo pone in contatto con il mondo della fotografia e realizza i primi esperimenti.
È del 1972 l’incontro con Ugo Mulas che lo introdurrà al suo lavoro ed a quello degli americani Diane Arbus, Lee Friedlander e Robert Frank, allora ancora poco noti in Italia. Nel 1973 inizia il suo lavoro fotografico realizzando una sequenza di 38 fotografie in bianco e nero che ritraggono gli abitanti di un paese delle Langhe, opera che viene esposta alla Biblioteca Einaudi di Dogliani.
Di questa sequenza di immagini verrà prodotto il volume Sulle Langhe con introduzione di Davide Lajolo. Primi ad interessarsi di questo suo lavoro sono i critici Luigi Carluccio, Carlo Arturo Quintavalle e Paolo Fossati con il quale s’instaura un dialogo privilegiato che proseguirà durante gli anni successivi.
È del 1974 la realizzazione di Un minuto di fotografia, un’opera essenziale che è all’origine della produzione propriamente concettuale di Vimercati e della sua personale concezione del tempo. Si susseguono poi negli anni settanta alcune delle opere più importanti dell’artista quali le 36 bottiglie di acqua minerale oltre alle sequenze delle piastrelle, delle tele e dei listelli, lavori che espone nelle sue prime mostre personali alla Galleria Civica di Modena ed alla Martano di Torino.
Nel 1983 Vimercati dà inizio al suo ciclo più noto, quello della “Zuppiera”, una piccola terrina bianca che egli fotograferà durante quasi un decennio, un centinaio di immagini ognuna delle quali si distingue dalle altre per piccole o grandi differenze relative alla posizione della luce, alla messa a fuoco, all’inquadratura. Dopo l’esposizione nel 1991 alla Galleria Milano ed alla Galleria Martano curate da Daniela Palazzoli, una grande mostra di tutte le immagini del ciclo, è stata allestita nel 2014 allo Staatliche Kunst-sammlungen a Dresda, a cura di Wolfgang Scheppe.
All’inizio degli anni novanta, chiusa la serie delle zuppiere, Vimercati inizia il ciclo delle fotografie che ritraggono oggetti di uso quotidiano così come il processo fotografico li restituisce nella camera, vale a dire capovolti.
Continua la riflessione “rovesciata”, che, dopo i primi scatti si estremizza ulteriormente evitando la fase di messa a fuoco; gli oggetti vengono così restituiti sfuocati o addirittura, eliminando l’obbiettivo, immortalati mediante il semplice utilizzo del foro stenopeico, pura luce che impressiona la lastra. Sono importanti in questo decennio le mostre presso la Galleria Raffaella Cortese e la Galleria De Cardenas a Milano, la Galleria Kaufmann a Basilea e l’invito alla Biennale di Sidney.
Il lavoro di Vimercati prosegue con sempre nuove sperimentazioni fino al 2001 quando muore per una improvvisa complicanza di una grave malattia.
Le importati mostre personali che sono state recentemente dedicate all’artista sono: Franco Vimercati: Un minuto, Galleria Raffaella Cortese, Milano (2020); Franco Vimercati. La fotografia, la vita. Un dialogo con Giorgio Morandi, Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Madrid (2019); Franco Vimercati. Tutte le cose emergono dal nulla, Palazzo Fortuny, Venezia (2012); Fotografia Europa – Eternità. Il tempo dell’immagine, Reggio Emilia (2009).
Tra le mostre collettive si possono segnalare: Quand fondra la neige où ira le blanc. Opere dalla Collezione Enea Righi, Palazzo Fortuny, Venezia (2016); L’Inarchiviabile/The Unarchivable, FM Centro per l’arte contemporanea, Milano (2016); The Lasting, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2016); Cantiere del ‘900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia, Milano (2015); Addio anni settanta. Arte a Milano 1969/1980, Palazzo Reale, Milano (2012); Conceptual Art – The Panza Collection, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (2010); Italics – Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008, Palazzo Grassi, Venezia e Museum of Contemporary Art, Chicago (2008).